C’è una semplice quanto insidiosa domanda che ronza nella testa di tante persone nel mondo del lavoro : è meglio fare l’imprenditore oppure il dipendente?

Si tratta di un interrogativo che ha attraversato i decenni, scontrandosi di volta in volta con il background economico, sociale e culturale di ciascun periodo storico, senza tuttavia risolversi in una risposta esaustiva e davvero definitiva.

Di fatto, ancora oggi l’argomento è all’ordine del giorno soprattutto perché viviamo un contesto lavorativo in continuo cambiamento, in cui anche l’ambito posto fisso o il contratto a tempo indeterminato non danno più le garanzie di un tempo.

Quindi meglio mettersi in proprio oppure avere un lavoro da dipendente?

Ragioniamo un pò su questa domanda, a cui magari stai pensando anche tu, e scopriamo qual è il modo più efficace di affrontare la questione.

Abbandonare il vecchio paradigma italiano

Il quesito, dicevo, è vecchio quanto il mondo, almeno per chi vive in contesti in cui il lavoro c’è, e si ha persino il lusso di scegliere a quale professione dedicarsi (aspetto che tendiamo a sottovalutare).

In Italia, la mentalità più diffusa è quella che ha messo radici a partire dal secondo Dopoguerra, vincolando l’idea del successo personale a tre pilastri fondamentali: matrimonio, casa e, appunto, lavoro. Meglio ancora se con un lauto stipendio ed entro un raggio di 10 km per non stressarsi troppo.

Ma quanto è attuale ancora questa mentalità?

Oggi siamo ancora nella condizione di scegliere come, dove, per chi e per quale stipendio lavorare?

La risposta è piuttosto empirica: basta guardarsi attorno per rendersi conto che certi stereotipi siano ormai fuori dal tempo e dalla logica, contrari al buon senso quanto alle nuove spietate leggi del mercato.

Negli Stati Uniti ad esempio è opinione diffusa tra gli esperti che dovremmo essere disposti a cambiare casa, quindi luogo in cui abitiamo, e lavoro almeno ogni quattro anni.

In ogni caso, anche ai giorni nostri la fatidica domanda non ha ancora trovato risposta e ci si continua a chiedere: meglio fare l’imprenditore oppure il dipendente?

Certo, ognuna delle due opzioni presenta vantaggi e svantaggi, che a mio avviso non possono essere definiti in termini assoluti, ma richiedono di essere di volta in volta espressi in funzione di due variabili.

Ti spiego quali.

Dipendente o imprenditore? Le variabili da valutare.

La prima variabile è quella relativa al profilo personale e professionale della singola persona, ovvero i suoi talenti, le sue inclinazioni, le sue competenze.

Ad esempio, una persona fortemente orientata al risultato e alla leadership, con buona probabilità sarà ben disposta a fare impresa; una persona attenta al processo e con una meno spiccata propensione alla creatività, sarà più facilmente a suo agio in un ruolo da dipendente.

La seconda variabile da considerare è quella relativa al contesto, ovvero al modo in cui l’ambiente economico, sociale e culturale si riflette a vario titolo sulle possibili scelte professionali.

Da questo punto di vista, è evidente che fare impresa oggi sia una vera e propria sfida contro le mille insidie che conducono dritte al fallimento, se gestisci un’attività consolidata dal tempo, o peggio ancora al cimitero delle start up, se hai da poco creato un’azienda tua.

Più volte, mi sono espresso sull’argomento, esortando gli aspiranti imprenditori a fare un check delle risorse a propria disposizione, che sono assolutamente indispensabili per fare impresa oggi. A tal proposito, se stai pensando di trasformare il tuo sogno in business e vuoi mettere su una tua impresa, ti invito a leggere il mio libro “Formula PMI”. Sono certo che ne trarrai grande giovamento ed imparerai come evitare gli errori fatali che commette il 95% dei tuoi colleghi.

Sfatiamo un falso mito: la “libertà” dell’imprenditore e la “schiavitù” del dipendente

Immagina questa scena.

C’è quell’amico che appartiene alla categoria che amo definire geni incompresi d’impresa, vale a dire quelli che, da quando li hai conosciuti, hanno sempre una qualche idea geniale che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità, ma poi non mollano il posto fisso – di cui si lamentano continuamente – nemmeno a pagarli oro.

All’ennesima manifestazione di genio, sono solito chiedere a queste persone: “Ma se hai delle idee così geniali e il tuo capo ti sfrutta, perché non ti metti in proprio e fai anche tu l’imprenditore o il libero professionista?” La risposta nel 99% dei casi è sempre la stessa: “Il mio lavoro mi garantisce lo stipendio tutti i mesi e quindi non posso lasciarlo. Ma non sai quanto ti invidio, perché tu sei molto più libero di me!”

C’è questa idea diffusa che l’imprenditore sia libero di fare ciò che vuole e il dipendente sia legato con le catene alla propria scrivania.

Ovviamente non è proprio così.

Ogni ruolo ha le sue difficoltà, i suoi impegni, le sue responsabilità ed anche il proprio grado di libertà e di rischio.

Ora, senza entrare nel merito di cosa sia preferibile (come ti dicevo, dipende da variabili estremamente soggettive e dinamiche), in vent’anni di esperienza come Performance Management Specialist, Coach e Consulente a contatto diretto con aziende e imprenditori, ho dedotto che nella stragrande maggioranza dei casi, “impresa” non fa rima con”libertà”, e l’espressione stessa “libero professionista” è quanto mai fuorviante e distorcente.

L’imprenditore, infatti, è per definizione l’uomo che “non ha mai tempo”, che porta lavoro, ansie e preoccupazioni anche a casa, per il quale i fine settimana sono giorni uguali a tutti gli altri. Uno che neppure in vacanza riesce a staccare veramente la spina, che ha eletto smartphone e pc a migliori amici, e spesso vive i rapporti familiari come un vero e proprio lusso a cui è difficile concedersi: un’ora di gioco coi propri bambini non ha prezzo, e le passeggiate con la famiglia la domenica pomeriggio sono una specie di miraggio lontano e irraggiungibile.

Dico questo perché in vent’anni di attività a supporto delle imprese, e soprattutto delle persone che le compongono, mi sono quasi sempre imbattuto in imprenditori prigionieri delle loro stesse aziende, giunti, indipendentemente dal volume di affari, a fare i dipendenti della propria impresa.

Per non parlare poi di tutte le incombenze che gravano sull’azienda, relativamente al fisco, all’Inps, alle tasse sempre nuove e sempre più onerose da pagare, alla burocrazia macchinosa e alla proverbiale lentezza delle Istituzioni. D’altronde, il retroscena culturale non aiuta affatto: oltre che coi problemi pratici, i piccoli imprenditori italiani sono costretti ogni giorno a scontrarsi con una mentalità diffusa, che praticamente considera chiunque abbia una partita IVA o una piccola attività un evasore.

E proprio questo è stato il motivo che mi ha spinto ad elaborare quell’insieme di strategie e procedure di lavoro, oggi collaudate e certificate dalla 4 M.A.N. CONSULTING e riunite nel modello HPP, atte a liberare gli imprenditori e i professionisti dalla “schiavitù” del loro stesso business, aumentando contemporaneamente la produttività e la qualità del tempo.

La risposta definitiva

Tornando alla domanda iniziale, esiste una risposta definitiva?

Mi dispiace dirtelo ma non c’è una risposta universale valida per tutti.

Dipende da te, dal contesto che vivi, dalla vita a cui ambisci, dagli obiettivi personali e professionali. Insomma ci sono tanti aspetti da valutare.

Nessuno può dire in valori assoluti se sia meglio fare l’imprenditore o il dipendente.

Quel che è certo però, è che se dovessi scegliere di fare impresa, è necessario che sviluppi i talenti e acquisisca le abilità indispensabili.

Ciò che ti consiglio è di fare prima una valutazione del tuo potenziale attraverso un test scientifico denominato IPA – Individual Performance Analysis che ti permette di valutare i tuoi talenti e la tua inclinazione ad un ruolo piuttosto che a un altro.

Se dal risultato di questo sarà evidente la tua propensione a fare impresa, il passo successivo è imparare come diventare un imprenditore performante e sviluppare le competenze e le soft skill indispensabili per portare un’azienda al successo.

Quello che facciamo alla 4 M.A.N. Performance Management Academy in cui condividerai il percorso con altri imprenditori e professionisti o aspiranti tali.

Come sempre, sono a tua disposizione per qualsiasi dubbio o domanda che hai.

In particolare se stai pensando di trasformarti da dipendente a imprenditore, contattami.

Valuteremo insieme la scelta giusta da fare.

A presto

Roberto